Sara
Chi sono? Un esercizio imbarazzantissimo questo di presentarsi su un sito web… meglio iniziare dalle cose facili…la carta di identita’ dice che ho 30 anni e che sono alta 1,55 m. Mentre al primo dato si fa molta fatica a credere, sul secondo non ci sono proprio dubbi. Sono una donna in miniatura (miro a sorpassare il muro del 1 metro e sessanta almeno il gran giorno grazie ad un paio di tacchi come si deve), ma non mi mancano nè energie fisiche, né, purtroppo, energie mentali…
Vengo da un paese dal buffo nome (Bellinzago Lombardo in provincia di Milano) che mi è sempre piaciuto poco e da cui sono andata via il prima possibile. La mia, in effetti, è stata finora una vita di continui spostamenti. Da Bellinzago ho preso le distanze a 14 anni per frequentare un liceo milanese. Benché al “collegio delle fanciulle” – purtroppo non è uno scherzo, il mio liceo si chiamava proprio così – abbia conosciuto delle amiche a cui sono legata ancora oggi, proibirei categoricaemnte a mia figlia di frequentarlo! A 19 anni, con la testa piena di nozioni teoriche, ma sapendo poco e niente della vita e di quello che mi piaceva, mi sono trasferita a Pavia con l’idea di studiare qualcosa che mi permettesse di essere utile agli altri e il desiderio di iniziare a vivere una vita normale. Mi sono iscritta a Scienze Sociali per la Cooperazione e lo Sviluppo, sono andata a vivere in un collegio universitario dove andare a letto prima delle 2 era un’eresia e, per diverso tempo, mi sono sentita un pesce fuor d’acqua. Non avevo nemmeno finito il primo anno di università che ho deciso che era tempo di sperimentare qualcosa di nuovo e così eccomi fare domanda per sei mesi di Erasmus. In un buio pomeriggio di gennaio del secondo anno di universita’ sono sbarcata a Umea, nel nord della Svezia. All’epoca, quadrata com’ero, mi era sembrata una destinazione perfetta: un posto molto diverso dall’Italia, si parlava l’inglese ma non era l’Inghilterra, un campus splendidamente organizzato. Ora, ripensando a quei sei mesi, le cose che ricordo con maggior piacere sono le aurore boreali e lo stare ammollo in vasche di acqua riscaldata circondate da neve e ghiaccio.
Il giorno in cui mi sono traferita a Firenze, invece, il sole splendeva e indossavo una maglietta a maniche corte. Sara’ forse per quello che per Firenze e’ nato subito un amore, quasi paragonabile a quello di un fiorentino doc. Peccato che il mio ostinato accento lombardo mi renda irrimediabilmente straniera… A Firenze mi sono iscritta alla laurea specialistica in economia della sviluppo avanzata. Nuovi ritmi, nuovi amici e nuovi viaggi….Grazie ad un paio di congiunzioni astrali favorevoli e di due genitori molto collaborativi, sono riuscita a partire sia alla fine del primo che del secondo anno di corso per due stage di tre mesi, il primo nel nordest del Brasile e il secondo a Nuova Delhi, in India. Entrambe le esperienze sono segnate sul mio personale calendario come a.B, d.B. e a.I., d.I.
Dopo la laurea, ho cercato di tornare nell’amatissimo Brasile per un anno con il servizio civile internazionale ma questa volta le cose sono andate male. Dopo tre mesi mi sono licenziata perché il progetto a cui avrei dovuto lavorare era in sostanza inesistente e sono quindi tornata a Firenze.
L’ho salutata nuovamente un anno dopo, nel gennaio 2010, pensando erroneamente che si trattasse di un addio. Per qualche misterioso disegno del destino, in cui la mia volontà ha giocato un ruolo marginale, in un giorno di gennaio sono partita di nuovo alla volta di Umea. A parità di tramonti alle 2 del pomeriggio e di gradi sotto zero, integrarsi a Umea come lavoratrice sola è stato molto più difficile che farlo come studentessa Erasmus. Dopo i primi tre mesi ho temuto che sarei andata anch’io al supermercato solo per poter parlare con qualcuno durante i silenziossimi weekend (pare che qualcuno avesse veramente questa abitudine…). Per alcuni mesi sono stata quotidianamente assalita dal desiderio di mollare tutto, al diavolo il dottorato e tutto il resto. Poi, grazie ai molti viaggi per conferenze, allo sport, al tango, ad alcuni colleghi umeesi, alle interminabili sedute skype e telefoniche con amiche più o meno lontane (e con la mamma e il papà, ammettiamolo pure!) ho imparato che persino al polo nord si puo’ galleggiare. Questo non mi ha certo dissuasa dall’ accettare la proposta di un amico a partecipare ad un viaggio organizzato da Viaggi Avventure nel Mondo in Patagonia….
Nel “dopo Patagonia” non ho smesso di fare valige, di traslocare, di praticare sport faticosi che fanno innorridire le mie amiche e di interrogarmi sul lavoro utile che voglio fare da grande. Da un po’ di tempo, però, sento che una “casa” l’ho proprio trovata.
Giovanni
Eccomi qui: alla tenera eta’ di 40 anni (all’epoca della pubblicazione di questo sito) mi trovo a scrivere qualche riga di me, un po’ come alle scuole elementari, quando osservavo perplesso una pagina ancora bianca dal titolo “Tema: parlo di me”. Solo che allora avevo meno cose tra cui scegliere…
Iniziamo. Ho sempre vissuto a Villasanta, che per quanto possa non essere il luogo ideale dove vivere, e’ il posto dove affondano le mie radici, e a cui sono (e saro’) sempre affezionato. Nei primi 18 anni della mia vita gioco a calcio e poco altro. Poi, con le idee ancora non troppo chiare, decido di iscrivermi a Chimica Industriale che riesco addirittuta a terminare (per la gioia soprattutto dei miei). Dopo la laurea arriva finalmente il momento dell’indipendenza economica, in un momento in cui trovare un lavoro è ancora relativamente facile. Dopo un paio di anni di collaborazioni universitarie, eccomi assunto alla STMicroelectronics (“mamma ST”), dove raggiungo anche uno dei primi ambiziosi traguardi della mia vita: lavorare a meno di 10 km da casa! E la qualità della vita inizia a cambiare in meglio 🙂 Da allora ho cambiato altre due compagnie, sempre rimanendo seduto sulla stesa sedia: miracoli dell’industria!
Per il resto, oltre al soccer (passione totalizzante per buona parte della mia vita) mi sono dedicato per molti anni allo scoutismo, a cui sono ancora legato, e alla fotografia, che pratico in particolar modo in montagna o in viaggio. Se avete un po’ di tempo da buttare, potete visitare il mio spazio Flickr: Mazzotex
Anche se camminare mi e’ sempre piaciuto e in montagna ci sono sempre andato, dai 30 in poi ho iniziato a frequentare gli ambienti alpini sempre piu’ assiduamente, acquistando confidenza nei miei passi e gusto per la sfida di salire sempre piu’ in alto. Dopo un paio di anni di autodidattica, nel 2007 frequento il 47° corso di roccia del CAI di Monza, che mi offre indispensabili strumenti per andare in montagna in sicurezza e soprattutto un gruppo di appassionati come me che diventano presto miei inseparabili compagni di esperienze verticali, su roccia, ghiaccio o neve che sia. Da allora la montagna mi attrae irresistibilmente verso di sè e, devo essere onesto, io non faccio nulla per oppormi. Qualcuna delle nostre esperienze è raccontata nel sito Ilgiardinetto47
Se non siete ancora stanchi di me, c’è sempre il fido Facebook
Insieme
Ci siamo conosciuti in Patagonia, durante un viaggio con “Avventure nel Mondo” nell’inverno 2011-2012. Nonostante siamo nati a pochi chilometri di distanza, abbiamo dovuto fare rotta verso la fine del mondo per poterci incontrare. Proprio paradossale, quasi come come il fatto di esserci avvicinati in uno dei luoghi della solitudine per antonomasia. D’altra parte a nessuno dei due sono mai piaciute le cose semplici!
Da allora, nonstante i molti chilometri che si sono sempre interposti tra di noi, abbiamo continuato a “starci simpatici” (Bonfanti, 2012). Ora nuovi orizzonti ci si aprono di fronte, ma siamo sereni. Se siamo arrivati da soli alla fine del mondo, il resto, insieme, sarà senz’altro più vicino!